[Missione #Speciale - 2]

- Test speciale per i nuovi iscritti -

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  1. maxiii21
     
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    Marika si dimostro semplicemente competente, forse anche di più di quello che Rain si aspettava, chi può dirlo, ma si leggeva una nota di soddisfazione negli occhi di lei poi chi poteva dirlo la biondina poteva anche aver mal interpretato del resto si considerava tutto meno che perfetta ma tornando subito a argomenti più interessanti passando nel ordine cronologico la prima cosa erano le domande dei suoi compagni, coro che si aggiunse praticamente solo Alheit chiedendo solo qualche informazione specifica sui Bag, cosa che scioccamente la ragazza della Fraternity non aveva chiesto.
    Erano una squadra per quello no quello che dimenticava uno poteva menzionarlo un altra persona, ma tornando ai suoi compagni il maschio si dimostro assolutamente associale, in un certo senso se non poco partecipe aveva chiesto di parlare in privato con Rain, per Marika non c'erano problemi del resto è affare della ragazza e non suo, del resto non è lei che deve starci fianco a fianco.
    Tranne il registrare un po' di insicurezza o paura nella voce se non proprio nel comportamento di Alheit niente di strano era anche normale per chi non abituato a queste cose, o forse che aveva avuto il "piacere" di averci che fare e non su una machina da distruzione di massa come quella di Marika, ma la sapiente Rain riuscì a imporre il suo carisma su di lei per metterle sicurezza...in un altro frangente ci avrebbe provato la biondina ma per riflesso incondizionato del resto come più anziana del gruppo a sempre in mente di essere la figura di riferimento, almeno per tenere a proprio agio gli altri un atteggiamento che a sempre funzionato...ma non era quello il caso non si sentiva di avere cosi tanta confidenza al momento come un vero ruolo che fosse effettivo o auto imposto.
    Si sarebbe allontanata se fosse stato possibile per dare un po' di intimità a Rain e Alheit ma lo spazio sul monta carichi era limitato di conseguenza si limito a fare un passo indietro mettendosi a guardare qualcosa di non meglio indefinito, ma a parte questo l'attenzione di Marika era totale per quanto riguardava le risposte che aveva ritenuto alle sue domande le quale furono molto complete e esaustive, più o meno in realtà, perché sembrava a quanto pare un discorso un po' lunghetto da intavolare o che forse Rain non era in grado di esporre.
    Ma poco importa Marika avrebbe trovato la documentazione pronta nei suoi alloggi, per un momento ci fu un attimo di perplessità, sul viso della bionda solo dopo realizzo che non parlavano della sua Buster Machine ma di alloggi effettivi che avevano preparato per lei una cosa superflua per lei, ma come dire è la prassi no?
    Tornando alla missione a quanto pare i Bag avrebbero percepito gli angeli sia come cibo che come minaccia, molto bene del resto basta che solo uno dei due fosse ostile nei confronti del altro per costringere l'altro alla difesa, questo era una buona notizia che forse poteva essere sfruttata in caso di necessità ma tornando al immediato Rain si dimostro molto preparata sui Bag dando di che pensare a Marika, aveva erroneamente sottovalutato sti esseri al inizio, immaginava che il loro pericolo fosse nel numero ma a quanto pare avevano armi piu o meno ovunque, in realtà per il Black Swan era sicura che non fossero cosi pericolosi al massimo noiosi visto dimensioni e numero ma probabilmente perfino muovendosi la biondina avrebbe potuto distruggerli figuriamoci se avrebbe usato armi...ma il fatto che potevano mettere in pericolo i loro alleati non le sembrava per niente una bella cosa, ma nel cervello di Marika si acese una lampadina sentendo il dire di Rain bisognava vedere se era possibile fare qualcosa al riguardo.
    Per il resto Missione di durata assolutamente casuale ma la Shirogane avrebbe dato supporto quindi nessun problema, si parte alle 13.00 ma si sarebbero trovati in mensa per un boccone...quindi facendo un rapido calcolo, Marika doveva recuperare fascia e appunti, tornare sul Bleck Swan per ricaricarsi, e studiare le informazioni sugli angeli e infine andare a mangiare fattibile...a si doveva anche parlare con Rein...meglio subito che dopo a quanto pare è piuttosto impegnata.
    Di conseguenza Marika fa solo una specie di finta nel seguire la rossa allontanandosi solo di poco da Rein per poi tornare di corsa verso di lei, in realtà prima voleva prendere i documenti, ma meglio parlare ora con la bella fanciulla che mettersi a cercarla per tutto l'hangar.
    Aspetta Rain devo chiederti una cosa!
    Detto questo Marika riduce velocemente la distanza tra lei e Rein per non mettersi a urlare come una pazza e parlarle
    Hai detto che i bag non sono creature molto intelligenti se non erro, potremmo adoperare delle esche energetiche per attirarli che ne pensi? si può fare? del resto non e una modifica al piano e semplicemente invece di sparare a tutto quello che si muove ci limitiamo a sparare a quello che non va vicino alle esche cosi limiteremo i rischi e le possibilità di farci notare più del dovuto essendo una missione di salvataggio.
    La risposta di Rein non si fece attendere come la sua reazione

    [
    White Rain meets Marika Ferion:

    La ragazza dai capelli blu cobalto si voltò attirata dalla voce di Marika.
    Le sue parole le riempirono la testa con una nota di sorpresa.
    Un elemento non previsto nel piano? Non se lo aspettava.
    Sgranò leggermente gli occhi guardando stupita la ragazza ex-Toppless della Fraternity.
    La sua idea era stata a dir poco geniale e - grazie ad essa - l'eliminazione dei Bug sarebbe stata un gioco da ragazzi ed avrebbe influenzato addirittura l'esito dell'intera missione.

    - Esche energetiche eh? -

    Rain sorrise di gusto. Uno di quei sorrisi compiaciuti che sanno di vittoria.

    - Certo! E' un'ottima idea Ferion, grazie a questo piccolo stratagemma riusciremo a far piazza pulita di quei cosi ed a mettere in sicurezza l'area in men che non si dica. -

    Rain premette sul pulsante di discesa del montacarichi ed esso, con un sordo clangore metallico, prese a discendere nuovamente verso l'hangar principale.
    Avrebbe avuto ancor più cose da fare dopo quell'inaspettata trovata.

    - Scusami ma sono di fretta, devo scendere all'interno dell'hangar per mettere in atto la tua idea e per mettere a punto i vostri mezzi per la missione.
    Sono sorpresa... hai avuto veramente un'idea brillante ragazza! E' una vera fortuna averti con noi in missione! -


    Concluse con un bel sorriso.
    Aveva costretto Marika a seguirla all'interno dell'hangar una seconda volta, ma - dopotutto - se avesse voluto tornarsene di sopra le sarebbe bastato riutilizzare l'elevatore per risalire al piano superiore.



    A quanto pare Rein non si aspettava un tale cambio di piani come non aveva previsto cio nella missione, a quanto pare nessun cervellone ci aveva pensato ma non cera da prendersela e che Marika poteva essere tanto pazza quanto geniale e quello era il momento della genialità cosa che fece sorridere Rein che più che evitare i Bag voleva sterminarli.
    Cosa che Marika di per se era d'accordo se fosse stata una missione di sterminio avrebbe fatto gettare delle esche e poi un bombardamento a tappeto fine della storia ma visto che la missione richiedeva di salvare delle persone sul posto non era fattibile quindi continuo a parlare.
    Chiamami Marika mi e più naturale che sentirmi chiamata per cognome, ma fai come vuoi nessuna imposizione, ma tornando alle esche io ci allegherei qualche bella bomba a altissimo potenziale, ma io sono una fanatica delle esplosioni...quindi non faccio testo, quindi decidi pure come sfruttare la mia idea
    Marika fu stupita a sua volta nel notare che Rein stava scendendo senza darle la possibilità di scendere dal montacarichi a quanto pare avrebbe avuto un po' di tempo da passare con l'incantevole guerriera poco male le piaceva socializzare la aiutava a non focalizzarsi su quanto fosse grigia e triste la sua vita anche se era stata salvata con le migliori intenzioni e di questo e comunque grata.
    E di cosa? anzi mi spiace averti caricata di lavoro, ti aiuterei volentieri ma temo che io abbia da studiare...ahahah credo che sia deformazione professionale la vita o sempre dovuto trovare alla svelta i punti deboli dei miei nemici ma non sono cisi brava credo...
    L'avrebbe voluto dire, "se lo fossi lei sarebbe viva oggi" ma aveva imparato a non stare nel passato il presente era la cosa importante e il futuro una strada che devono costruire visto che la discesa avrebbe impiegato un po' di tempo affianco Rein con fare amichevole, sperava non si offendessi per lei i gradi non avevano molto significato contava la prestazione.
    Sai non sono nuova a questo genere di missioni anzi sono sorpresa al riguardo mi aspettavo qualcosa di molto diverso, dimmi, se puoi chi e che dobbiamo tirare fuori da Tokio? non credo che siano comuni civili qualche testa d'uovo particolarmente talentuosa, ti dico subito che preferisco che mi dici "fatti gli affari tuoi" a una palla...ma dimmi una curiosità quella? come equipaggiamento? non so perché ma a guardarti ho l'impressione che prediligi la furtività in un tal senso
    Marika stava curiosando non perché volesse informazioni o altro ma per sapere chi è la misteriosa Rein, Marika era una persona che non nascondeva niente quindi dava per errore che anche gli altri non avevano niente da nascondere, del resto la ragazza parlava di successi e fallimenti senza problemi del resto tutto questo componeva la sua persona.

    White Rain meets Marika Ferion:

    Le idee della bella ragazza della Fraternity si facevano sempre più interessanti.
    Rain che la stette ad ascoltare tranquillamente ed incrociò le braccia, mentre il montacarichi scendeva lentamente verso il fondo dell'hangar.

    - Bombe dici? Direi che sarebbe un'ottima idea, ma preferirei tenermi come carta da giocare un attacco del Black Swan, in questo modo eviteremmo di coinvolgere la struttura sotterranea del laboratorio e nel contempo potremmo distruggere quanto più Bug possibili. Te la senti di occupartene? Tanto la tua buster machine dovrebbe avere armi a sufficienza per colpire un punto preciso ed annichilire multipli bersagli, no? -

    Marika sembrava una persona acuta, anche se la sua eccessiva informalità poteva essere un problema in altri ambienti.
    Decise di rispondere alle sue domande, anche se le sue potevano dirsi risposte assai particolari.
    Dopotutto non poteva certo scoprirsi così facilmente, suo malgrado.

    - Il mio equipaggiamento dici? Naaaaah non sono così furtiva come pensi. Anche se a volte sono costretta a sfruttare qualche trucchetto per alcune particolari occasioni. Riguardo a chi dobbiamo tirare fuori di lì si tratta davvero di civili, ovvero addetti ai laboratori di quel posto. Semplici scienziati.
    Non preoccuparti non sono tipa da raccontar frottole io, sono più pragmatica di quel che pensi! -


    Concluse con un sorriso, l'ennesimo, specchio della sua personalità carica di carisma e sicurezza.
    Lentamente, e con sonoro clangore, il montacarichi giunse quindi a fine corsa.

    - Ascolta Marika... ora devo occuparmi della preparazione della missione, cosa intendi fare? Non vorrei rubarti tempo utile per prepararti. -



    Rein gioco ancora la carta Marika pensaci tu a questo punto la cosa non la infastidiva ne niente del resto lei era il mezzo iper pesante quindi era ovvio che ci si affidava a quello, la biondina annui al dire di Rein nessun problema ci pensava lei avrebbe contato le munizioni da usare contro gli angeli e contro i Bag, per il resto nessun problema secondo lei non era raccontata perfettamente giusta la storia del recupero di civili ma effettivamente i civili in questione erano scienziati ma dal punto di vista di Marika finche salvavano delle vite andava bene tutto.
    Rein non disse niente su di lei cosa che spinse Marika semplicemente ad accarezzarsi i capelli il significato di quel gesto? nessuno in particolare comunque la compagna come il monta carica si ferma tenta di congedarsi, la percepiva un po' nervosa forse le troppe cose da fare o il fatto che lei cosi calma e tranquilla quasi stesse andando a un pic nick metteva a disagio
    No non vorrei io rubarlo a te, io devo solo andare nei miei alloggi prendere fascia e documenti tornare al amore della mia vita, studiare e infine mi pare di aver un appuntamento con un incantevole ragazza a pranzo per chiunque mi cerchi mi troverete dentro il Black Swan ci vediamo a pranzo se non muoio prima
    Detto questo Marika premette il bottone e il montacarichi riinizio la sua salita, Marika si affaccia a guardare Rein sorridendole se avesse chiesto qualcosa al riguardo ammettendo che non lo sapesse già la biondina avrebbe semplicemente sorriso al riguardo niente di più niente di meno.

    White Rain meets Marika Ferion:

    Rain si diresse verso le gabbie dei mezzi, togliendosi il vezzo di voltarsi per rispondere alle parole della ragazza della Fraternity.

    - Allora ci vediamo a pranzo! Buono studio! -

    Poi scomparve dietro ad un insieme di container che erano disposti all'interno della zona di carico mentre l'elevatore riportava Marika al piano superiore.



    Niente da fare a quanto pare i suoi sforzi per conoscere qualcosa della misteriosa Rain erano stati inutili, poco male avrebbe avuto tempo per conoscerla meglio al momento doveva concentrarsi sulla missione...sul pre missione in realtà, non che nel immediato Marika avesse qualcosa da fare del resto non poteva mica scendere e spingere il monta carichi per farlo andare più veloce poco ma sicuro.
    Sembrava che Rain fosse molto sodisfatta della preparazione e prontezza mentale di Marika, da altra parte la mezza cyborg sperava di poter continuare a mantenere uno standard alto, essere un punto di riferimento per gli altri una persona su cui contare, un po' anche per lei per non pensare di essere semplicemente la mente di una macchina del resto mantenere alto il morale era una cosa altrettanto importante.
    Nel frattempo il montacarichi era tornato su il che porto la biondina a un piccolo problema tecnico e mo'? lei non sapeva dov'erano i suoi alloggi sulla nave di conseguenza vago per almeno una decina di minuti per la nave curiosando in giro come una specie di furetto importunando chi trovava in giro, non tutti gradirono il suo fare spensierato, più che un soldato pareva un turista ma per lo meno il fare della bionda oltre a impedire agli altri la assenza momentanea della fascia riuscì a attirare la rossa da lei.
    Riuscita nel suo intento ovvero di trovare la rossa o farsi trovare da lei Marika Fu accompagnata quasi mano a mano davanti i suoi alloggi dove entro e usci letteralmente, meno di 15 secondi Marika era stata li dentro.
    Nemmeno il tempo di dire o memorizzare come erano fatti, infatti nel tempo in cui era entrata la ragazza mise in bocca la fascia degli Irregulars e i documenti sotto braccio per poi uscire subito chiudendo la porta dietro di lei, Se la rossa fosse stata ancora li le avrebbe anche fatto un saluto militare più o meno coretto...diciamo meno coretto che più per poi dirigersi di grande carierà verso gli Hangar.
    Casina la attendeva li, si sarebbe messa comoda fino l'ora di pranzo e nel frattempo avrebbe studiato.
    Non incontro resistenza di alcun tipo se non qualche strana occhiata da parte di qualche persona nel suo tragitto verso il Black Swan, dove una volta raggiunto e con una lieve capacita atletica della biondina riuscì a entrare al suo interno dove trovo AI praticamente sul uscio di casa a attenderla la quale prese gentilmente la fascia dalla bocca della giovane donna cominciando a piegarla con precisione mentre si faceva da parte per farla entrare.
    Ciao AI hai fatto la brava? senti prepara i dispositivo, facciamo quella cosa cosi e fatta.
    IA guardo Marika spogliarsi di tutto, e abbandonare gli abiti dove capitava mentre lei senza toccare il portellone sigillava tutto, come sempre AI avrebbe disinfettato tutto durante l'assenza di Marika l'avrebbe fatto anche con lei dentro ma la donna non sopportava anche solo l'idea di stare confinata in una stanza di volta in volta, del resto anche solo sapere di essere "prigionerà" li dentro era un grave carico per la donna nonostante la capita di nasconderlo anche a se stessa.
    La creazione della biondina si mosse automaticamente seguendo la sua padrona ormai completamente priva di vestiti carne e componenti, cose che solitamente non andavano d'accordo che pero in quel caso si sposavano perfettamente, la donna poggio con delicatezza i documenti in un angolo mentre lei si sdraiava sul suo tavolo di lavoro sotto la supervisione di AI che fece scendere con un cenno involontario della sua manifestazione fisica una serie di macchinari che toccarono la pelle di Marika per poi penetrare con dei aghi lunga tutta la spina dorsale.
    Un gemito poco piacevole venne emesso da Marika mentre gli occhi si schiudevano il corpo sembrava essere finito in uno stato di semi incoscienza a quel punto toccava a AI la quale prima accarezzo i capelli della biondina per poi finire sulle due strane prominenze che uscivano dai lati della testa per aprirle con una sapiente pressione e collegarle ai dei cavi.
    Ai si allontano un attimo a quel punto.
    Collegamento effettuato, e ricarica dei sistemi operativi e manutenzione sia tecnica che fisica e in corso, e strano solitamente ti devo supplicare di fare questa procedura Marika tutto bene?
    Le labbra della donna non si mossero ne usci un suono ma AI poteva sentire la sua voce ora in quel momento Marika si trovava in uno spazio molto diverso da quello reale era praticamente dentro il Black Swan era parte integrante di lui in quel momento.
    Via il dente via il male non trovi? e poi meglio cosi devo imparare delle cose importanti...attualmente sono indisposta potresti?
    Non mi hai costruito per questo motivo? i fogli che hai appoggiato giusto? li prendo ne faccio una scansione...
    Detto questo AI Chiuse del tutto gli occhi già socchiusi dei Marika prendendosi anche la briga di levarle un poco di saliva che le era colata involontariamente dalla bocca probabilmente un piccolo scatto mentre i sistemi si allacciavano al corpo della ragazza, fatto questo le luci della stanza diminuirono di intensità l'intelligenza artificiale sapeva bene che Marika odiava vedere il suo corpo li appoggiato nemmeno fosse un cadavere...vedere poi era un parolone lo percepiva tramite le telecamere interne.
    Ma al momento la biondina si trovava in uno spazio virtuale dove lei cinta da biancheria e vestaglia stava da parte mentre era circondata da 10 AI affaccendate che gestivano i vari sistemi del Black Swan una di esse la avvicino poco dopo sedendosi comodamente vicino a lei per poi far apparire delle pagine fluttuanti, quello che vi era scritto fluiva direttamente nella mente della donna, solo a un cenno di quest ultima si poteva passare alla pagina seguente.
    AI segnati che devo essere apposto per le 11.30 devo andare alla mensa per quel ora
    In quel esatto momento o meglio nemmeno un secondo dopo che Marika espresse quel pensiero una mini Ai comparve sulla sua testa la quale reggeva un orologio da taschino che era grande quanto lei, probabilmente per sottolineare quanta poca memoria occupava quella funzione ma ora non vi era tempo per entrare nel dettaglio del resto più che contemplare la sua machina Akira contemplava il nemico o almeno i dati che possedeva al riguardo.
    Struttura fisica, praticamente sconosciuta, non esisteva un angelo uguale a un altro almeno secondo quello che leggeva le loro forme e dimensioni erano variabili, ma tutti riscontravano avere la stessa stana faccia, o molto simile l'una dal altra visto che il rapporto lo menzionava e un nucleo rosso che doveva essere il loro cuore e fin qui tutto apposto, sanno rigenerarsi e quant altro. Il comportamento era altrettanto vario ma il rapporto riscontrava che questa creatura attaccava chi che fosse sul suo cammino o se gli si avvicinava troppo molto per la serie prima sparo e poi chiedo chi è.
    Parlando del combattimento era molto semplice se hanno gli artigli di lacerano se le corna ti incornano e cosi via cosi discorrendo il loro corpo e un arma e lo usano a questo proposito, ma niente che finora non abbia già visto come un getto di energia che possono sparare dagli "occhi" che le sembrava una replica della sua arma migliore...quello avrebbe potuto dare problemi, ma non come quello che lesse dopo...stiamo scherzando? alcuni erano in grado di infestare macchine e persone? quello poteva essere un problema e non piccolo tutta il Black Swan viene messo in allerta preparando delle contromisure in quel caso, senza sapere bene di cosa si trattava Marika poté solo perfezionare l'espulsione di pezzi di armatura e componenti danneggiati in modo che se qualcuno avrebbe provato a infiltrarsi nel Black Swan avrebbe avuto diverse difficoltà non poteva fare molto altro e dulcisi in fondo questo AT field.
    Una specie di campo di forza che rende l'angelo immune alle aggressioni se bene aveva capito solo certe armi potevano bucare quel coso o un altro AT field cosa che il Black Swan era sprovvisto al momento almeno l'ultima volta che aveva controllato non aveva niente del genere, in più sembrava che poteva metterci su una bella X su molte delle sue armi....merda questo si che era un problema come il fatto che se usato come arma quel AT coso poteva essere molto pericoloso...o voleva anche lei un AT coso in quel frangente forse avrebbe dovuto chiedere alla Nerf di averne uno, ma parlando del immediato era cosa buona e giusta rivedere tutto l'equipaggiamento cosa che Marika fece immediatamente.
    Ci mise un po' a fare tutto questo lavoro tanto che fu proprio la mini AI sopra la sua testa a ricordarle che era ora a quel punto la coscienza di Marika svani per tornare nel suo corpo proprio mentre il meccanismo la stava lasciando andare.
    Dio...si sentiva come se un camion le fosse venuto addosso il corpo di AI era li con i vestiti e pronta a darle una mano cosa che Marika apprezzo molto i primi 10 minuti erano sempre tragici dopo aver fatto quella cosa era dentro il suo corpo ma lo sentiva intorpidito e rigido, comunque alla fine l giovane si riprese uscendo di gran carierà dal Black Swan per andare in mensa.
    La mensa tutte le mense sono belle era ovvio del resto mangiare era uno dei piaceri della vita, e infatti Marika aveva spaccato il secondo ed era già sul buffe approfittandosi di due panini, un ricco pure di patate del resto le patatine fritte non le avevano si doveva arrangiare, ma era stata fortunata oggi braciole di maiale quindi Marika aveva già fatto il bis...e poi qualche verdura e da bere cosi da avere la scusa quando tornava sul Black Swan di dire che aveva mangiato sano...
    Gli occhietti vispi di Marika localizzarono al volo Rain per ora aveva trovato solo lei quindi si sedette con fare allegro vicino a lei mettendo il piattone di pure in centro al tavolo a quanto pare era per tutti da condividere in allegria, in caso contrario Marika era contenta di mangiarlo anche tutto da sola comunque tralasciando l'arrivo senza rumoroso della biondina ora era calma e composta che stava finendo i preparativi per mangiare anche se mentre lo faceva sembrava fare diagrammi con io cibo, cosa ronzava nella testa di Marika meglio non saperlo

    CITAZIONE
    Pilota
    Status Fisico: Ottimale, e in perfetta forma

    Status Psicologico: Attiva, pensa a molte cose, nel immediato come a nutrirsi

    Equipaggiamento/dotazione: Body suit solita nera con del giallo in ancuni punti, stivali da militare e giubotto stranamente alleaciato, forse per non sembrare un esibizionista.

    Azioni difensive ed offensive: Nessuna.



    Riassunto azioni: Ha parlato con Rain, per poi recuperare gli appunti e la fascia una volta fatto questo Marika e tornata sul Black Swan per poi mettersi a studiare le caratteristiche degli angeli finche non è stato il momento di andare a mangiare.

    Note: dovrei correggerlo per bene ma vi ho già fatto attendere troppo oserei dire >.<

    EDIT: ho sbagliato il nome di Rain, ho editato solamente quello per mio errore, scusa Max chiedo venia ma sono sempre uno smemorato incallito! ;__;

    Edited by ryuvegea - 8/11/2014, 19:21
     
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  2. Kyo Shirakawa
     
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    Aveva la sensazione che il tempo scorresse in maniera differente in quel luogo.
    Dal momento in cui aveva incrociato per la prima volta lo sguardo con Rain, la sua percezione della realtà era stata distorta violentemente, lasciandolo inconsciamente spiazzato.
    Un occhiolino di complicità, una battuta ed una provocazione. La sommatoria di ciò che aveva infine ricevuto da lei era qualcosa di estremamente limitato, eppure... Dentro di lui uno strano calore si era fatto strada, emergendo con tentacoli bollenti dalla parte più profonda del suo petto, forzandolo a rilassarsi ulteriormente.
    Anticipazione, sicurezza, ansia.
    Le sensazioni si inanellavano in sequenza costringendolo a mettere a fuoco il cammino che l'attendeva con maggiore lucidità, in qualche modo la sua mente aveva trovato modo per schiarirsi un poco e donargli una direzione.
    Non aveva più usato parole, la curiosità aveva divorato le sue ultime capacità sociali, lasciandolo nuovamente come una bestia che non vede l'ora di divorare il suo pasto.
    La portata principale lo aspettava direttamente nella stanza dove si sarebbero incontrati.
    Si limitò ad annuire, a rivolgersi verso il Maggiore Cardia e ad aspettare che gli eventi lo conducessero dove desiderava.
    La bestia aveva completamente perso interesse in tutto ciò che lo circondava, lasciando che i suoi istinti si nutrissero di tutti gli stimoli non necessari: i suoi compagni, l'hangar, il seno generoso della rossa... Tutto sembra senza colore e valore.
    Era tornato ad essere un segugio, un mastino addestrato alla guerra. Aveva fiutato la sua preda e nulla l'avrebbe potuto distrarre a quel punto.
    Mosse le dita della mano destra in un tic che pensava d'aver abbandonato anni prima: le dita saettarono come per far roteare un coltellino tra di loro, portandolo nella posizione migliore per favorire l'attacco seguente. Una smorfia accennata denotò la constatazione di come le pessime abitudini fossero dure a morire.

    ***

    Nel combattimento ravvicinato era sempre stato il più portato, tra i suoi fratelli.
    Yuuto era l'eccezione che confermava la regola, compensando con la tecnica li dove Kyo lo superava per istinto e ferocia, riuscendo generalmente a sopraffarlo con fredde chiavi articolari. Ma quando si trattava di utilizzare i coltelli, persino l'algido compagno doveva inchinarsi di fronte alla competenza del futuro Blade Meister.
    Nessuna superiore freddezza lo poteva proteggere dal danzare delle lame tra le dita del ragazzo dall'aria perennemente arruffata.
    Quella volta avevano voluto metterlo alla prova, facendolo misurare contemporaneamente contro Shinji e Aiko, per valutare la sua effettiva capacità di gestire più avversari contemporaneamente.
    Al tempo, la sua mente poco abituata agli stimoli esterni interpretò la proposta come qualcosa che usciva fuori dall'ordinario, dando un'interessante dose di rischio ad un allenamento ripetitivo e senza sorprese: con una lama in mano era sempre il primo. Se aveva qualcosa di appuntito tra le dita, per quanto fossero solamente armi da addestramento, neanche la capacità difensiva di Yuuto poteva nulla contro i suoi movimenti.
    Vide Shinji scattare per primo, con quei movimenti semplici ed essenziali che erano il piatto forte del suo repertorio, mentre Aiko utilizzava un approccio meno diretto, più tattico, aspettando che fosse il maschio ad ingaggiare Kyo per primo per sfruttare un'eventuale apertura nella sua guardia.
    L'istinto della bestia era pronto, però, facendolo agire con prontezza nell'anticipare Shinji e raggiungere l'altra in un lampo. La ragazzina reagì alla perfezione, affondando la sua lama rapidamente, in modo di coglierlo di sorpresa.
    Tutto inutile: lui scartò lateralmente e copiò il movimento di lei, raggiungendole però il petto subitamente. Non si diede neanche il tempo di completare il respiro seguente, perché sapeva che suo fratello gli era alle spalle. L'istinto lo portò a bloccare il fendente dell'altro interponendo il suo avambraccio contro quello di lui, per poi colpire conseguentemente le sue gambe con un calcio mirato a piegare le ginocchia ed infine franargli addosso. Pochi attimi ed il suo tic rivoltò la lama al contrario, nella posizione che gli serviva per giungere in un attimo a minacciare la gola del fratello.
    Vincere o perdere in quelle prove valeva punizioni o premi e questo era sufficiente a dare una motivazione valida alle loro menti da bambini. Ciò che però lo lasciò spaesato quel giorno non fu la consapevolezza d'averli condannati ad un supplizio, quanto il rendersi conto d'aver sbagliato qualcosa.
    Nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto colpire solamente Aiko, sfruttando la sua superiorità su Shinji per risparmiargli la vita, cosa che normalmente gli sarebbe valso qualche punto extra nella valutazione dei loro aguzzini. Dopotutto un cadavere ha meno valore di un plausibile prigioniero.
    Nella foga del momento si era però accorto d'aver affondato, virtualmente, la lama nel collo del fratello. In realtà era solo premuta, ma se essa fosse stata effettivamente affilata ci sarebbero stati due morti, invece che uno.
    Tirò indietro il coltello con un movimento elegante e, con la medesima destrezza fece roteare la sua arma direttamente nel fodero che aveva al fianco. Una sensazione di gelo lo colse per qualche attimo.
    Non aveva sbagliato, era stato un atto deliberato.
    Il suo corpo l'aveva spinto ad uccidere nell'eccitazione, sorpassando i comandi della sua volontà, delle sue stesse intenzioni.
    Barcollò indietro confuso mentre la sua mente giocava con lui. Per un attimo aveva visto quell'arma giocattolo sozza del sangue del fratello, un lampo immaginario che poi si era riflesso direttamente sulle sue dita. Se le portò di fronte al viso: candide e sudate come era giusto che fossero.

    - Sugoi1 Kyo! Sei stato incredibile!

    L'innocenza di Aiko non poteva essere spazzata via neanche da quel mondo orribile nel quale erano imprigionati da sempre. Lui l'aveva appena uccisa e condannata a chissà quale punizione... Eppure era corsa da lui per congratularsi, per incoraggiarlo, per sorridergli come sempre. Sgranò gli occhi istintivamente, prima di assestarle un violentissimo manrovescio il cui senso non gli sarebbe stato immediatamente chiaro.

    - Si... Veramente incredibile...

    Aveva poi abbandonato la stanza seguito solamente dagli occhi di Maki che, per qualche ragione, gli fecero provare un nuovo, terribile, brivido.

    ***

    Rimase stupito di quanto era risultato semplice introdursi nell'alloggio della donna. In realtà era stato tutto meticolosamente pianificato sin dal momento in cui aveva capito che avrebbero potuto parlare, l'anomalia era l'interesse che provava per quella persona. Era sorpreso dall'ossessione che gli si era fatta strada dentro, consumandolo come una fiamma impetuosa e violenta, spingendolo ad agire con un ardire che non gli era proprio. In passato, non era mai riuscito a sentirsi così travolto e trasportato da qualcuno appena conosciuto, persino con Sumeragi era stato qualcosa di lento e progressivo.
    L'eccezione portava il nome del suo primo e vero amore, l'unica persona che l'aveva portato a maledire la sua stessa esistenza, il mondo intero e il destino beffardo.
    Inspirò, mentre avanzava lentamente nell'alloggio della donna che aveva deciso di cacciare, come un laido predatore affamato di qualcosa che non compredeva neanche appieno. Un curioso e selvaggio sorriso colorì il suo volto mentre assaporava l'aria della stanza che, come da copione, si mostrò spoglia ed impersonale. Almeno quanto lo pareva la propria.
    C'era uno strano feeling tra loro, come quel genere di minaccia soffusa che solo un mostro conosce, un profumo comune e spaventoso. Il puzzo selvaggio del carnefice.

    - Avrò le mie risposte...

    Sussurrò tra sé e sé mentre gli occhi già cercavano nella stanza, spaziavano per osservare qualsiasi particolare che potesse saltare all'occhio. C'era poco di interessante, nulla che potesse raccontare di più di quanto già sapeva. Poi vide quella valigia. Era pesante, probabilmente blindata, ma pareva non avere serratura quindi, forse, sarebbe riuscito ad aprirla.


    ------------------------------



    White Rain meets Kyo Shirakawa:

    La stanza in cui entrò l'extended era identica per fattezze e similitudini agli alloggi che erano stati destinati agli Irregulars per il loro soggiorno all'interno della Shirogane, la stanza era spoglia, nessun ninnolo, nessun oggettino strano od amenità di sorta.
    Il vuoto.
    Un vuoto che lo poteva consumare, in disordine, come solo il tumulto - senza senso e privo di controllo - che lo attanagliava fin dal loro primo incontro era stato capace di fare.
    La cosa più interessante, quasi fosse stata messa lì appositamente per essere sotto l'occhio attento di chi fosse entrato nella stanza era: la valigetta.
    Posta sul letto - proprio di fronte al Blade Meister una volta penetrato negli alloggi di Rain - era blindata e di colore argentato, le cui dimensioni - non troppo abbondanti - stavano tra gli ottanta centimetri di lunghezza, per sessanta di altezza e venticinque di spessore.
    Quando Kyo si avvicinò ad essa, per tentare di aprirla, incuriosito come un felino che tocca incuriosito un gomitolo di lana, la valigetta emette un suono.
    *bip*
    Un piccolo display a scomparsa appare al ribaltarsi di una placca posta proprio al di sotto della maniglia con cui l'oggetto poteva essere trasportato, ma la cosa ancor più sconcertante è ciò che appare su di esso, scandito a voce dal timbro robotico di una donna dal tono impersonale.

    - Pattern DNA riconosciuto. Accesso dispositivi confermato, White Rain identificata. -

    La valigetta emette uno sbuffo di vapore, unitamente al rumore di meccanismi idraulici a pressione che, lentamente, vengono disinseriti e rilasciati. Rilassandosi, i pistoni deputati alla chiusura ermetica della valigia permettono a questa di aprirsi e - con sorpresa - la sua parte superiore si apre lentamente, sospinta verso l'alto da due piccoli servo meccanismi.
    Vuota.
    Il suo interno è completamente vuoto.
    Una copertura di materiale nero antracite - composto da sagome non dissimili dagli insonorizzanti per le stanze - ricopre sia il fondo che la parte superiore del contenitore, che al suo centro reca una sagoma ovale che - in teoria - dovrebbe contenere una qualche sorta di... oggetto?

    Poi la voce.
    Quella che veramente aspettavi.

    - Ma guarda! Beh almeno mi hai risparmiato di aprirla! -

    Sorriso serafico in volto, sguardo ferino ed accattivante, White Rain.

    White Rain.

    White.

    Rain.

    Un nome che ancora adesso riverbera nella tua testa come un'avvisaglia nefasta che non riesci a spiegarti.
    Una mistura convulsa ed incomprensibile di emozioni, timori, assurdità e ricordi prendono possesso di te, mentre la ragazza entra dalla porta ad incasso che - con uno sbuffo - si richiude al suo passaggio.
    E' vestita identicamente a quando l'hai vista pochi minuti fa per la prima volta.
    E mentre con fare tranquillo comincia a camminare verso di te che stai sostando vicino al suo letto, riprende nuovamente a parlare, come se nulla fosse.

    - Allora? Di cosa volevi parlarmi... -

    E come se non bastasse...

    - Partner? -

    Il ritratto della bastardaggine viene incorniciato dall'ennesimo bel sorriso.



    ***

    Ci sono momenti nella propria vita in cui ogni aspetto non essenziale scivola lentamente fuori dal proprio campo d'attenzione, ingrigendosi e sfocandosi sino ad assotigliarsi e svanire. La sensazione che il Meister aveva provato in quel momento fu simile al liquefarsi di ogni interesse e paura precedente.
    Non era uno sciocco.
    Le probabilità che la valigia si fosse aperta perchè Rain era entrata nella stanza alle sue spalle erano minime. Era stato lui ad aprirla, nel cercare d'analizzarla. Ma ancor prima di considerare la presenza della donna dietro di lui, giunta di soppiatto eludendo i suoi sensi, ciò che aveva cominciato a tormentare il giovane uomo era un'altra consapevolezza derivante: perchè quello stupido pezzo di metallo si era aperto in sua presenza?
    Le parole della ragazza lo riportarono sulla terra, ma quando si voltò lei poté scorgere solamente una grandissima confusione nelle iridi che la fissavano. Il lento inasprirsi dello sguardo constatava il ritorno della belva e la conseguente, aggressiva, domanda.

    - Perché la tua valigetta ha confuso il mio DNA con il tuo?

    Non era affatto uno sciocco. La prima, più facile, risposta gli giunse come una freccia nel cuore.
    Un clone.
    No, doveva essere qualcosa di più complesso. Per quanto i suoi aguzzini potessero avere campioni relativamente illimitati del suo DNA, era improbabile che avessero deciso di riprodurre proprio lui che era un fallimento.
    La seconda ipotesi era ancora più bizzarra: non era un ingegnere genetico ma le possibilità che un dispositivo di così grande precisione confondesse i due DNA erano da imputarsi ad una somiglianza notevole degli stessi.
    Una parentela forse.
    Aveva ancora meno senso.
    Così la fissò, dimentico di tutte le domande sulle sue precedenti elucubrazioni mentali, dopotutto era comunque ciò di cui voleva parlare: l'identità di Rain.

    - ...Chi diavolo sei?

    Sussurrò infine, quasi ringhiando.



    White Rain meets Kyo Shirakawa:

    La ragazza con fare rassegnato sospirò facendo spallucce.

    - Che vuoi farci... dev'essersi rotta! -

    Per poi fermare la sua avanzata davanti all'oggetto e riporre all'interno del contenitore aperto - disconnettendolo da sopra al polso destro - il dispositivo ovale argentato a cui erano connessi tutti quei tubi fluorescenti, che si erano poi ritirati scomparendo all'interno dell'Hangar verso un'imprecisata direzione.
    Poi richiuse - con un suono metallico corredato dall'ennesimo sbuffo di vapore deputato alla chiusura ermetica - la valigetta, che si bloccò sigillandosi.
    E nuovamente Rain diede tutta la sua attenzione al bel moro che ora le stava di fianco, a pochi - troppo pochi - centimetri da lei, alla sua sinistra, fronteggiandolo.

    - Chi sono? Sono un'amica del comandante, con una valigetta difettosa e tanta voglia di riuscire in questa delicata missione di recupero di vite umane! -

    Era smeraldo, smeraldo puro e vivido, quello in cui il meister poteva tuffarsi osservandola negli occhi, mentre lei sorrideva ancora. La tinta tipica delle acque tropicali, limpide e cristalline, verdi e trasparenti, quasi rilassanti.
    Assurdo, come una sensazione così indubbiamente piacevole fosse incorniciata dall'ennesima sensazione sgradevole.
    Un connubio al di fuori di ogni logica contro la quale Kyo aveva dovuto scontrarsi.
    Un confronto che - forse - inconsciamente anelava più di ogni altra cosa al mondo.



    ***

    Inizialmente, provò un fortissimo desiderio di cavargli quello smerldo dagli occhi, per poterlo osservare ancora più da vicino. La belva che era in lui ruggiva con la furia tipica di chi si sente sempre più alle strette.
    Poi, quegli smeraldi colpirono profondamente nella sua virilità.
    La leggera negazione di Rain era forse più dolorosa di una risposta diretta, perché lei si stava divertendo a giocare al gatto col topo con lui, ben conscia che il Meister si sarebbe guardato bene dall'attaccarla. Già, come ogni fiera impara presto nella sua vita, non vale la pena iniziare una battaglia che non si è sicuri di vincere.
    Rimase a poca distanza da lei lasciando quell'insolita commistione di sentimenti a macerare sul fondo del suo sguardo. Poi un sorriso aggressivo comparve sul volto, molto più simile ad un avvertimento che ad una minaccia.

    - Non sono un idiota, Rain.

    Poteva prendersi gioco di lui quanto voleva: non si sarebbe scoperto. Avrebbe atteso il momento adatto per colpire quando sarebbe stato certo che il suo affondo sarebbe stato letale. Sino ad allora, avrebbe atteso come ogni belva degna di questo nome.

    - Cosa sei, un mio clone? No, considerando quanto è stata di merda la giornata... Sarai come minimo qualcosa di molto peggiore.

    Eppure non si stupiva, a quel punto, di quella strana mistura di sentimenti che aveva provato, era come se fosse stato il suo stesso DNA a reagire.
    La domanda, adesso, era molto più semplice: Perchè?



    White Rain meets Kyo Shirakawa:

    La situazione stava assumendo i connotati di uno scontro tra felini.
    Predatori che si studiano attentamente l'un l'altro prima di attaccare: scambi di guardi, il rito del girarsi attorno, porsi nella posizione migliore per attaccare, flettere le zampe tendendo i muscoli fino a quasi a spezzarli e poi il balzo.
    L'uno verso l'altra e viceversa.
    Fino alla morte.
    Mordersi in un perverso gioco mortale che poteva persino essere scambiato per il rituale dell'accoppiamento.
    Tensione.
    C'era una tensione così palpabile che poteva essere quasi toccata con mano.
    Ma la tenente non si scompose, si limitò a muoversi lentamente.
    Rain incrociò quindi le braccia, mettendo in risalto i bei seni sodi abbracciati a loro volta dall'aderentissima plug suit modificata.

    - No che non lo sei, Kyo -

    Il tono di lei era calmo, ma tradiva una certa insoddisfazione, impossibile comprenderne il motivo.
    Rain sospirò chiudendo gli occhi con fare rassegnato,
    per poi riaprirli e tuffarsi nuovamente nelle pozze nere di lui, perdendovisi perversamente, masochisticamente, forse.

    - Sono il contatto che tanto cercavi, ecco chi sono. Sono colei che è incaricata della tua persona qui, a bordo di questa nave. E mi occupo inoltre di far sì che nessuno ti arresti per via del fatto che una volta facevi parte dei Celestial Being. E visto che non ti ritengo uno stupido... la questione della valigetta è stata solamente un piccolo scherzetto che ti ho fatto, per vedere come avresti reagito. Sono stata io ad aprirla, mediante il controller che vi ho riposto all'interno. L'ho aperta a distanza. -

    Sorrise di nuovo, con la sua solita faccia da schiaffi.

    - Cosa credi? Che sia tanto facile aprire un oggetto tanto preciso senza una corrispondenza di DNA del 100%?
    Era solo il mio personale modo di metterti alla prova, partner. -


    E di nuovo silenzio.
    E di nuovo il rondò delle belve prese ad infuriare.
    Nuovamente i felini presero a ristudiarsi nel medesimo mondo silenzioso in cui si erano dati silente battaglia pochi istanti prima, cercandosi, amandosi, odiandosi e cercandosi ancora.



    ***

    Gli occhi del predatore scrutarono l'altra con la precisa intenzione di spogliarla d'ogni difesa, mettendo a nudo ciò che desiderava. Uno sguardo ruggente, furente, infuocato. Eppure, nessun animale sarebbe sopravvissuto in natura senza l'adeguata dose d'autocontrollo. Così, si concesse qualche attimo, valutando la pausa nel discorso per far ordine nei suoi pensieri.
    Aveva capito precisamente il riferimento intrinseco che la donna, il suo contatto, gli aveva offerto, eppure c'era una parte di sé che lo spingeva a scendere in quella via terribile che l'averebbe condotto chissà dove.
    Come al solito, qualcosa lo portava verso la scelta più difficile.

    - Mostrami il comando con cui l'hai fatto.

    I bluff erano la sua specialità, pertanto si aspettava che Rain, chiunque fosse, potesse fare altrettanto.
    In un certo senso, se non fosse stata capace di farlo sarebbe persino rimasto deluso.
    Sì, una parte di lui cominciava seriamente a divertirsi in quella situazione così paradossale, persino di fronte a qualcuno che avrebbe potuto rivelare una parte del suo passato che sarebbe dovuta rimanere segreta.
    Ma lei non l'avrebbe fatto, lui le serviva. Non avrebbe perso l'occasione di usare un'arma così splendidamente senziente.
    Il gioco era appena cominciato e sarebbe continuato mentre le loro vite si sarebbero consumate sul campo di battaglia, rischiando di interromperlo bruscamente.
    No, non sarebbe accaduto, aveva assunto una strana forma di fatalismo negli anni ed era assolutamente sicuro che il loro destino era ancora interconnesso ed inestricabile.
    Alla fine dell'inevitabile tragedia sul campo di battaglia, avrebbero potuto completare la loro sfida.
    Per questo gettò la provocazione nello spazio infinito che li divideva.

    - Oppure, distraimi e fai in modo che io dimentichi di cercare la verità.

    Era sin da quando aveva cominciato ad esplorare il mondo esterno che un dubbio terribile l'aveva perseguitato, bruciando nella sua mente come una ferita difficile da rimarginare: Cosa era meglio tra una dolorosa verità ed una comoda menzogna?
    Non aveva ancora scelto, dopo tutto quel tempo.



    White Rain meets Kyo Shirakawa:

    Il gioco cominciava a farsi interessante e Rain di certo non si fece aspettare due volte al tavolo dei giocatori.

    - Come desideri. -

    Semplice, spavalda, c'era da aspettarselo.
    Si distanziò d'un passo dal moro senza mai distogliere lo sguardo dal suo.
    I suoi smeraldi incastonati sempitarnamente nelle iridi infuocate di lui.
    Non lo avrebbe lasciato solo, nemmeno per un secondo, mentre arretrava per porsi vicino alla valigetta appoggiata delicatamente sul letto.
    Era un giochino psicologico, era un azzardo nel piccolo mondo fatto di verità menzogne di cui erano fatti i loro discorsi.
    Come sarebbe andata a finire?
    Nemmeno quando Rain ebbe girato il proprio corpo in direzione del contenitore distolse lo sguardo da Kyo, era quello che voleva, no?
    Vedere se le sue parole erano veritiere oppure se non era capace di rispondere alle sue aspettative.
    Ebbene...
    Solo allora i loro sguardi si scissero, con uno di quei distacchi che facevano male, come un cordone ombelicale di emozioni che viene reciso forzatamente - per separare due entità distinte, ma in eterna comunicazione tra di loro - solo nel momento in cui la verità avrebbe dovuto palesarsi gli occhi della ragazza si inchiodarono sul suo magico strumento, per far accadere l'impossibile.
    Battendo poche sequenze numeriche sulla piccola tastiera olografica integrata sul dorso della mano destra della sua Plug Suit modificata - infatti - la ragazza diede il via ad un comando elettronico automatico, il quale - senza la mancanza dell'ennesimo sorriso di lei ad incorniciarle il bel viso - andò a far comparire il piccolo schermo a led scomparso pochi minuti prima sotto la maniglia della valigia, seguito dal suono di riconoscimento e dallo sbuffo di pressione devoluto all'apertura dei blocchi del contenitore.
    Sullo schermo la scritta:

    - Pattern DNA riconosciuto. Accesso dispositivi confermato, White Rain identificata. -

    Magia.
    Rain tornò ad osservare il moro che aveva alla sua sinistra, ricongiungendo quel legame spezzato pochi secondi prima, allo scopo di attingere al crogiolo di emozioni di cui entrambi erano famelici divoratori.
    E senza attendere oltre, con un secco spintone della mano destra Rain richiuse ciò che era stato aperto, senza lasciare spazio ad ulteriori dimostrazioni.

    - Distrarti? E perché? -

    Il tono di sfida che Rain stava tenendo nei suoi confronti era qualcosa di più che una mera provocazione.
    La febbricitante attesa era stata esaudita, ma c'era dell'altro.

    - Io voglio che tu cerchi la verità che ti riguarda, Kyo.
    E' per questo che ho scelto te per accompagnarmi in quel laboratorio. -


    Era incredibilmente bella e sensuale, maliziosa ed accattivante nel pronunciare quelle parole con fermezza e convinzione, come se sapesse esattamente cosa sarebbe successo o cosa si trovava all'interno di quella struttura nel sottosuolo.
    Metteva i brividi.
    Una commistione di bellezza e pericolo, il conosciuto e l'ignoto si mescolavano con la stessa atroce caoticità con cui un buco nero in fase di collasso divora la materia circostante.
    Costantemente.
    E così il loro rapporto era ancora in bilico.
    Stava ora al meister accettare la verità menzogna? ed andare avanti.
    Oppure cullarsi in quel loro eccentrico legame fatto di menzogne verità? e perdervisi costantemente, come ammaliato da una meravigliosa e letale dose di droga.



    ***

    Si trovò a sorridere senza neanche rendersi conto della ragione. Eppure una sensazione estatica era penetrata all'interno della sua spina dorsale, per risalire lentamente sino alle sue labbra che si erano incurvate in risposta. Sarebbe stato difficile intuire il perché di quell'improvviso cambio d'espressione, ma forse Rain aveva un'empatia sufficiente per capire come, in realtà, il Meister cominciasse seriamente a divertirsi.
    Lui non aveva paura del suo passato, lui anelava capirlo e distruggerlo con tutte le sue forze.
    Se in quel posto avesse potuto anche solo intuire qualcosa sul destino di Maki, sul perché di tutto quello che gli era accaduto e sul reale responsabile... Avrebbe persino ballato con Rain sul ciglio d'un burrone.
    La paura, d'altro canto, era solo l'altra faccia del divertimento. Come la sensazione di spaventosa anticipazione prima di gettarsi nel vuoto a bordo di un Mobile Suit.

    - ...

    Ma c'erano delle cose da sistemare, prima. C'erano parole da dire, una partita da giocare.
    La battaglia tra i due felini mancava dell'atto conclusivo. Qualche ruggito...

    - Sei veramente una puttana, Rain.

    Stuzzicare il Drago era un gioco divertente, soprattutto perché quello era un appellativo a cui la maggioranza delle donne reagiva malamente. Non si aspettava altrettanto da lei.
    Anzi, probabilmente avrebbe sorriso ancora una volta.
    Ma dopo il ruggito, c'era il miagolio...

    - Se ci stai provando con me ti conviene diventare più esplicita, non ho tempo per queste cose.

    Un'altalena di sensazioni, volta a disorientare se stesso e lei al contempo, per concentrarsi su di un semplice movimento, atto a svelare la verità.
    Distrarre l'altro felino abbastanza da concedergli un'ultima mossa, magari inaspettata.
    Non importava in realtà, non che sarebbe bastato a fermarlo, doveva solo poggiare una mano su quella valigia e verificare.
    Comprendere, se ciò che aveva visto fosse stato solo un complesso artifizio...

    ...O una sfida lanciata ai suoi artigli.




    White Rain meets Kyo Shirakawa:

    - Mh! Molti lo pensano! Ma nessuno è riuscito a provarlo con certezza, direi... almeno non da queste parti! -

    E sorrise, infatti.
    Un sorriso sincero, davvero sincero, divertito!
    Un divertimento innocente che sfiorò la risata, una risata innocente e bambina, che mai però trovò la luce, ma che, sicuramente, avrebbe potuto far vibrare l'animo del Meister riportandolo indietro nel tempo, a ricordi assai più dolorosi di qualsiasi altra ferita.
    Perché il Drago aveva quegli occhi.
    Quegli occhi cesellati nello smeraldo più puro e vero che avevano segnato drammatici spezzoni della sua infanzia spezzata.

    La mano di Kyo, in quell'istante, dopo il suo ruggito ed il suo miagolio contorto e contraddittorio, raggiunse infine l'oggetto argentato, poggiandovisi, quindi, la reazione.

    - Pattern DNA riconosciuto. Accesso dispositivi confermato, White Rain identificata. -

    La valigetta si aprì, nuovamente.
    E Rain si mise a ridere.
    Questa volta sul serio.
    Di gusto.

    - AHAHAHAHAH! -

    Aveva le mani dietro la schiena.
    Cosa mai era successo?
    Facile intuirlo...
    Forse.
    O forse no.
    Magia?
    Sì, magia.

    - Se vuoi proprio venire a letto con me... Dovresti impegnarti di più per sorprendermi! Ma io non sono una ragazza qualunque! Io sono una maga! AHAHAH! Sono in grado di fare cose che sono impossibili per i normali esseri umani! -

    Seguì l'ennesimo sorriso, l'ennesimo sguardo di sfida, l'espressione della bambina si tramutò nuovamente in quella del Drago.

    - Allora, partner, che ne dici? Vuoi rischiare tutto con me oppure no? -

    Buttarsi a capofitto nel burrone ad occhi chiusi, lasciandosi guidare dal pericoloso istinto delle sensazioni oppure continuare a giocare sul filo per pericoloso ciglio delle loro contraddittorie emozioni?
    L'ennesima scelta.
    L'ennesimo bivio.
    La fine dei giochi.



    ***

    In un certo senso, era andato tutto come previsto. Si trovò a sorridere perché tutto corrispondeva comunque a ciò che aveva pensato.
    Un sorriso irrisorio, di chi non si fa fregare.
    Quando Rain aveva aperto la valigia di fronte a lui, aveva dovuto guardare il display per inserire il codice. Nel farlo pochi attimi prima, invece, per rendere credibile il suo gioco aveva dovuto farlo alla cieca.
    Inoltre, inizialmente aveva parlato di valigia difettosa, poi aveva ritrattato parlando quindi di quel comando digitale.
    Era un trucco, non aveva bisogno di ulteriori prove.

    - Molto bene.

    Senza contare che non avrebbe avuto motivo per mandare in fumo il suo tentativo. Proprio nessuna motivo.
    Questo sottolineava ulteriormente come fosse solamente un ulteriore inganno.
    Ma sarebbe stato al gioco, per ora.
    Dopotutto, era da tanto tempo che non si divertiva a quel modo.

    - Oh si, indubbiamente una maga graziosa.

    Improvvisamente, sentiva una sicurezza la gli era mancata sino a quel momento ruggire nelle sue vene. La reazione di Rain, con la risata e le parole esagerate sarebbe stata chiaramente sospetta per una persona con un minimo di conoscenze psicologiche. Kyo non le possedeva, ma l'istinto animale e la razionalità avevano fatto comunque un buon lavoro. Portò le mani in tasca, senza aggiungere altro, e fece per uscire.
    Aveva ottenuto più informazioni di quante desiderava.

    - Sei il mio tipo, Rain. Ma neanche io vado a letto con una ragazza appena conosciuta.

    Una delle due affermazioni era una bugia in realtà, ma non era importante. Quel che contava era ciò che aveva capito e le conseguenze associate.
    Per quanto avrebbe potuto gradire intrattenersi un poco con lei, avrebbe rimandato il rischio di trovarsi in una situazione ambiguo-narcisistica che sarebbe risultata scomoda in un secondo momento.
    Doveva prima riordinare le idee, ma per farlo doveva prendersi del tempo e far finta di niente.
    Solo per un poco.

    - Cerca solo di starmi dietro... Partner.

    Concluse in questo modo, anche per tagliar corto: doveva uscire da quella stanza prima che le sue emozioni esplodessero direttamente dal suo petto.
    Tsk, Rain era davvero il suo tipo.



    White Rain meets Kyo Shirakawa:

    La ragazza sorrise ancora, in modo diverso però.
    I suoi occhi resi invisibili dall'abbondante frangia di capelli calatale sul viso al leggero reclinare del capo, sulle labbra un sorriso che voleva dire tante, troppe cose per poter essere esplicate con qualche semplice frase ad effetto.

    - Tranquillo, p-... partner... -

    Lasciò in sospeso la frase per poi rivolgere lo sguardo verso di lui, la poteva vedere determinata e dagli occhi colmi di una determinazione, un crogiolo di emozioni, quasi assurdi, per poi proseguire.

    - Sarai tu ad avere problemi a starmi dietro, te lo posso assicurare. -

    Smeraldi vivi, lucenti, pieni.
    Servi di emozioni indistinte e congelate al loro interno.
    Modellati per osservarlo con espressione carica, ma di cosa?
    La soddisfazione si mescolava convulsamente con l'inganno (?), che si miscelava a sua volta con dell'altro, qualcosa di indistinguibile.
    Le braccia erano ora rilassate lungo i fianchi, nuovamente, il piccolo monitor olografico era assente dal polso destro.
    Il drago era una creatura dai mille volti, più simile ad un idra.
    Una maschera che come una matriosca era contenuta all'interno di un'altra veste e così via, a scendere per giungere fino all'agognata risposta.
    Chi era Rain?
    Chi era lui?
    Chi erano loro?
    Non restava altro da fare che calare il sipario su quel loro duetto e lasciare andare sul terreno del palco le loro maschere, per svelare il segreto celato all'interno del vaso di pandora composto dalle loro esistenze.
    Al prossimo gioco.
    Al prossimo inganno.
    Alla prossima verità.



    Ritornò alla sua stanza senza neanche accorgersene, aveva memorizzato il tragitto precedentemente percorso e il suo corpo aveva reagito di conseguenza conducendolo sino al letto a lui assegnato. Si era quasi lasciato franare su di esso, esausto per la discussione appena conclusa e senza alcun interesse per la fascia che era poggiata sul materasso.
    Ma la traversata sino a quel nido sicuro era stata quasi peggiore, nella necessità assoluta di trattenere gli spasmi che lo stavano squassando. Conosceva il suo corpo: non aveva niente a che fare con l'astinenza da H.A.S.T.E. ma era qualcosa di molto più profondo. Lo stress accumulato nel confronto con Rain era stato micidiale, sufficiente a togliergli il colore dal viso e farlo tremare a quel modo.
    Riuscì a stare sdraiato solo per qualche secondo prima che il corpo lo costringesse a tirarsi su, trascinarsi sino alla doccia e vomitare succhi gastrici piegato all'interno di essa.
    La giornata era iniziata piuttosto male, non c'era che dire.

    - Cazzo...

    Una singola parola che aveva una polisemia spaventosa in quello specifico caso. Si passò il dorso della mano sulle labbra per asciugare una goccia rimasta a ricordargli come il suo corpo l'avesse appena punito.
    Il pensiero lo colpì trasversalmente, costringendolo ad interrogarsi sul perché fosse in quello stato. Si tirò su a fatica, appoggiandosi alla doccia per tornare in piedi, prima di constatare e comprendere quella sensazione mostruosa che lo stava squassando.

    - No...

    Non doveva accadere. Occhi di smeraldo s'alternavano nella sua mente, confondendosi tra di loro ed aumentando il caos che si portava dentro. Non era stata semplicemente paura, non era stata la tensione. Il gioco, quello era il prezzo della scommessa fatta su Rain.
    Con Rain.
    Sentì nuovamente il sapore della morte sulle labbra, come anni prima.

    - Tranquillo, p-... partner... -

    La frase di Rain lo violentò selvaggiamente. Quell'esitazione, quella parola che era stata cambiata. Cosa voleva dire? Cosa avrebbe voluto dire?
    No, non era quello il problema, non gli veniva in mente una parola che avrebbe potuto desiderar rivolgergli se non quell'ironico partner, ciò che gli aveva dato il colpo di grazia era stato sentire le sue labbra incespicare su qualcosa.
    Era stata emozione? O forse era ansia?
    La sua mente viaggiò indietro, ad un sorriso su labbra di bocciolo di una bambina che non sarebbe mai sbocciata, ma che nella sua dolcezza aveva sempre fatto il tifo per lui.
    Il suo punto debole.

    0zpWH8D

    - Gomen2...

    Si appoggiò ancor di più alla doccia, lacrime agli occhi che scendevano senza che lui potesse fare niente. Un senso di colpa che l'avrebbe perseguitato per sempre.

    - Gomen... Quello schiaffo... Non era per te... Era per me...

    Pochi giorni dopo, lei sarebbe diventata fredda e lui avrebbe cercato di rianimarla col bacio del vero amore.
    Ma non le aveva mai potuto chiedere scusa.

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    - Dannazione...

    Le sue mani scivolarono, riportandolo in basso, piegato su se stesso per cullare meglio dentro di sé il dolore mai esaurito per quella perdita.
    Una ferita che era stata riaperta violentemente dagli occhi di Rain, dal suono stesso della sua presenza. Per quanto l'odore di lei lo spaventasse, c'era qualcosa nella melodia della sua essenza che risuonava esattamente del tono che Kyo aveva a lungo cercato.
    Quello che serviva ad aprire il portale magico...
    ...su ciò che nascondeva dentro.

    ***

    Si era costretto a farsi una doccia e ad indossare quella dannata fascia. Dopo essersi lavato si era sentito vagamente meglio ed era riuscito a dare maggior senso a ciò che l'aveva colpito. La realtà era più complessa di quanto pensava, ma lui si rispose che doveva essere dovuto a quel brutto scherzo del DNA. In parte aveva ragione ma si stava mentendo spudoratamente.
    Nella sua mente, Rain e Aiko rischiavano pericolosamente di sovrapporsi e non era tutto: la sensazione d'un legame molto più profondo ed incomprensibile con il drago lo preoccupava.
    Perché la parte più inconscia di lui aveva colto quale (im)possibile implicazione gli era stata suggerita.
    Esisteva un solo grado di parentela che iniziava con la "P".

    ***

    Arrivò alla mensa con l'espressione di chi ha affrontato una centrifuga. Ma si era sforzato di rendersi presentabile e atto a muoversi con sufficiente disinvoltura: la menzogna che si era raccontato gli permise persino di tollerare la vista del suo contatto. Fortunatamente, la loquace biondina che aveva incontrato nell'hangar aveva già optato per anticiparlo alla corte di Rain.
    Si sarebbe risparmiato un altro faccia a faccia, almeno per un po'.
    Sentì nuovamente il bisogno di farsi una dose, ma ingoiò quel desiderio con forza: le sue scorte erano limitate e potevano servirgli in battaglia, quindi doveva usarle con parsimonia, a costo di sopportare qualche effetto collaterale.
    Si chiese se le sue mani, mentre reggevano il vassoio, tremassero per via dell'astinenza o di ciò che l'aveva quasi messo fuori combattimento poco prima.
    Non importava, doveva tenere duro.
    Dopo aver preso qualcosa da mangiare a sua volta, si diresse verso le due donne, costringendosi a dare ai suoi passi una parvenza di tranquillità e sicurezza.
    Eppure, riuscì a malapena a parlare, una volta sedutosi nella poltrona opposta a Rain.

    wP8RqCS

    - Buon appetito...

    Il mastino che Rain sperava di sguinzagliare contro i loro nemici pareva esser stato sommerso da un cumulo di pensieri troppo pesante persino per lui.



    Pilota - Kyo Shirakawa
    Status fisico: In ripresa, dopo l'incontro con Rain ha sofferto di una reazione acuta allo stress ma dopo la doccia sembra sul punto di recuperare. Il pasto potrebbe aiutarlo.
    Status psicologico: In ripresa, dopo il picco negativo raggiunto dopo la discussione con Rain. I sistemi automatici della sua mente hanno deciso che escludere i pensieri che lo appesantivano fosse una buona idea.
    L'inconsio, nel mentre, ha deciso di elaborare in maniera delirante tutto ciò che ha visto e questo, ovviamente, non gioca a suo favore al momento.

    Equipaggiamento/dotazione:

    - Nome arma/oggetto: Pistola d'ordinanza.
    - Status: Funzionante.
    - Munizioni (solo se arma da fuoco): 15/15

    - Nome arma/oggetto: Pistola per Droga.
    - Status: Funzionante.
    - Munizioni (solo se arma da fuoco): 0/0

    - Nome arma/oggetto: Tuta di Pilotaggio.
    - Status: In perfette condizioni, stipata nei bagagli.
    - Munizioni (solo se arma da fuoco): ///

    - Nome arma/oggetto: Fascia degli Irregulars.
    - Status: Indossata.
    - Munizioni (solo se arma da fuoco): ///

    Azioni difensive ed offensive: ///

    Riassunto Azioni: Kyo è andato a parlare con Rain e, dopo un vivace scambio di parole, è tornato alla su stanza. Si è sentito male a causa dello stress e si è costretto ad una doccia. Infine, si è diretto in mensa.

    Note:
    1: Espressione nipponica di stupore e meraviglia, traducibile come "fantastico" o "figo".
    2: Espressione nipponica traducibile con un semplice "Scusa".

    La parola "centrifuga" nello spezzone finale mi ha fatto ripensare al bambino del treno :D
     
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16 replies since 1/7/2012, 16:37   1403 views
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